ALLA RICERCA DEL RILASCIO PERFETTO

Molti istruttori mi hanno detto che nutrono forti dubbi su come risolvere il problema del rilascio della corda, che riguarda praticamente tutta l’arcieria, nessuno escluso. Per risolvere e dipanare tali dubbi possiamo riprendere la frase di Victor Sidoruk, con cui ho avuto la fortuna di collaborare: “L’arco tira le frecce, noi siamo solo un elemento di disturbo” (grazie Victor! – Nda).

Il rilassamento delle dita avviene in modo volontario, solo però quando la tensione delle stesse viene meno e allora la corda semplicemente viene liberata, svolgendo così la sua funzione corretta.

Le ragioni che determinano un buon rilascio sono molte e questa è una buona occasione per esaminarle. Nel momento in cui si effettua la presa della corda, inizia la preparazione che ci induce poi ad un rilascio “secondo la norma”. Una manovra valida per tutte le divisioni, che ha la sua validità anche per il compound. Lo abbiamo detto altre volte, lo avvaloriamo di nuovo: la corda va posizionata sulla terza falange, mentre se la presa è troppo profonda, per il timore che ci sfugga dalle mani, rimarremo delusi dal risultato ottenuto… le ragioni? Il dorso della mano non risulterà mai disteso e tanto meno lo saranno le dita, per cui facilmente la mano assumerà la presa detta “a cucchiaio”. Per approfondire il tema e conoscere le possibili strategie per un rilascio impeccabile vi invito a leggere il mio articolo “Question time sul rilascio della corda”, pubblicato su Arco 1/2023.

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