“Ogni attività sportiva agonistica prevede un confronto con altri atleti che si cimentano nella medesima pratica. Assumiamo quindi, automaticamente, il concetto che, aderendo a tale pratica, andremo a fronteggiare un avversario. Questo fa parte del gioco. Un gioco che vede mettere in campo tutte le nostre capacità per affrontare la situazione. Trattandosi di confronto di capacità siamo tentati di pensare che chi è più forte vince, chi lo è di meno perde. Ma non sempre l’equazione è così lineare e capita che subentrino altre variabili, per lo più di natura psicologica, ad influire sull’esito finale del confronto. Una di queste variabili è data dal grado di condizionamento a cui siamo soggetti, quanto ci facciamo influenzare dal tipo di avversario che abbiamo davanti”. È quanto scrive la psicologa Annalisa Avancini sull’ultimo numero di “Arco”, nel quale analizza i diversi tipi di avversari. Per saperne di più “L’atleta e i suoi avversari” di Annalisa Avancini, Arco 6/2023.