Per arrivare a comprendere a fondo la funzionalità del bottone elastico, detto anche “Berger button”, dobbiamo giocoforza iniziare dalla teoria che ne sta alla base. Prendiamo ad esempio una molla elastica e tiriamola, come mostrato nell’apposito schema.
La molla si estende finché la somma delle sue forze interne è pari a zero. Dopodiché l’espansione si arresta e la forza della molla risulta uguale alla forza con cui stiamo tirando:
Fv = F1
L’equilibrio è raggiunto dopo una dilatazione x1. A riguardo, possiamo notare che, più allunghiamo la molla, più la forza con cui essa tira aumenta, cioè:
F1 α x1
L’allungamento dipende anche dalla durezza della molla: quelle più morbide, a parità di allungamento, esercitano meno forza. Il fattore di proporzionalità tra la forza e l’allungamento è contrassegnato con k e viene detto costante elastica.
L’equazione senza indici:
F = kx
L’equazione riportata si chiama legge di Hooke. Possiamo pertanto esplicitare k in questo modo:
k = F/x
Da cui deduciamo l’unità di misura: N/m (Newton su metro).
La forza esercitata dal cavo elastico o da una molla è uguale alla forza con cui la molla resiste alla forza esterna che vuole allungarla. La legge di Hooke è:
F = kx
dove k rappresenta quello che viene definito il coefficiente elastico.
Tratto da “Forza elastica e bottone di pressione”, di Ferruccio Berti – Arco 1/2022