INDOOR: IDEALE PER UN BUON SET UP – PARTE 2

Punte pin, lamelle e culle
Questi tipi di punta, specialmente su battifreccia in materiale sintetico, parrebbero concedere dei vantaggi sugli eventuali e sempre numerosi punti “di riga”. Niente di assolutamente comprovato, ma perché non verificare? Adeguare le culle rest alle grosse sezioni d’asta risulta altrettanto obbligatorio e questo sia che abbiamo in uso dei poggiafreccia a caduta piuttosto che ad assorbimento verticale diretto o indiretto. Attenzione alle interferenze culla/impennaggio ed all’elasticità dei supporti sempre discriminante. Semplicemente folli sono i set up che ad ogni trazione rischiano di far cadere la freccia dal rest e non solo per gli aspetti inerenti la sicurezza.

Massa e riferimenti di mira
Aumentare il momento inerziale dell’attrezzo in uso aggiungendo pesi direttamente sul riser (normalmente al di sotto della grip), senza modificare quindi in maniera sostanziale il bilanciamento dato dalla stabilizzazione, potrebbe aiutare a raggiungere un mirato più veloce e stabile nel tempo.
Anche in questo caso qualche esperimento troverebbe senso, senza esagerare, naturalmente.
Volendo modificare i dot di mira per adattarli alle targhe Indoor, la tendenza sarebbe quella di allargarne il diametro.
Un punto di mira “grosso” appare più stabile e, paradossalmente, concederebbe riferimenti più precisi.
Diverso il discorso per chi adotta i cerchietti lavorando per concentricità che, tuttavia, potrebbero, a loro volta, essere tranquillamente adattati alle particolari visuali Indoor.


Tratto da “Indoor, ideale per un buon set up” di Tiziano Xotti, Arco 1-2 2015.


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