INSEGNARE AI RAGAZZI GIOCANDO

Per insegnare il tiro con l’arco ai ragazzi tra 8 e 12 anni dobbiamo avere come principio costante quello di seguire “il loro modo di giocare”. Risulta quindi chiaro che la parola “allenamento”, anche se con significato depotenziato, non è adeguata a definire quella che dovrebbe essere l’attività sportiva praticata dai bambini, che indicheremo invece come “attività giovanile”, intesa come “l’insieme di interventi finalizzati anzitutto al raggiungimento di un buono stato di salute fisica e di un adeguato ed armonico sviluppo funzionale, ma miranti nel medesimo tempo a costruire nel giovane, futuro atleta basi motorie ampie e solide, che lo pongano in grado di affrontare validamente una successiva attività sportiva, anche intensa e ad alto livello” (Spagolla, Bortoli). Questo ovviamente non significa limitarsi a proporre una serie di giochi, lasciando che giochino in modo autonomo, sperando che il loro livello migliori: il ruolo del coach giovanile prevede invece, attraverso proposte mirate ed organizzate, di utilizzare il gioco per sottoporre ai bambini nuove difficoltà e situazioni da risolvere. Gioco, come già visto in articoli precedenti, che riguarderà tutta la seduta sportiva e non sono una parte.

Gli obiettivi educativi
Un programma per giovani arcieri, per essere valido, deve essere educativo e, come già evidenziato in un precedente articolo (Arco 2021/5 – Nda), l’educazione è un processo che ha lo scopo di facilitare le modificazioni del comportamento, modificazioni che costituiscono gli obiettivi educativi del coach giovanile. Di conseguenza, la valutazione che saremo chiamati ad effettuare dovrà considerare il singolo obiettivo e in quale misura è stato raggiunto o meno. Affinché si realizzi una migliore organizzazione tecnico-didattica, la sequenza da seguire (vedi schema relativo) è la seguente: analizzare la situazione iniziale; definizione degli obiettivi; scelta dei contenuti; scelta del metodo; valutazione intermedia e finale.

Per definire il piano di lavoro
Prima di sederci alla nostra scrivania per definire il programma, dobbiamo rispondere ad alcune domande.
– Che tipo di valutazione dò dei miei bambini? Chi sono e come sono?
– Ho chiaro il motivo per cui propongo loro questi esercizi? E a cosa servono?
– Che metodo devo utilizzare per proporre questi esercizi/giochi?
– Quando devo proporli? E come devo farli eseguire?
– Che tipo di feedback e di correzione devo usare?
– Cosa devo osservare per la mia valutazione?
La risposta a queste domande e l’identificazione dei contenuti da inserire nel piano di lavoro ci permettono di programmare le attività giovanili.


Tratto da “ Coaching kids: giochiamo con loro”, di Massimo Giovannucci – Arco 2/2022


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