L’AZIONE DELLA DITA SU UN RILASCIO A ROTAZIONE

Strategicamente, in prima istanza, dovremo preoccuparci, una volta raggiunto ancoraggio e contatti al viso, di ottimizzare la pressione delle dita sul corpo del rilascio (o viceversa, se preferite), portando il dito pollice in una posizione solida e ben identificabile dopo che lo stesso si è liberato dal perno di trazione. Molto spesso il contatto con la punta di un altro dito impegnato nella trattenuta potrebbe fornire una soluzione pressocché ideale. Anche il dito mignolo, in questa fase, sarebbe opportuno trovasse adeguata sede attraverso una flessione su se stesso, se libero, come nel caso dell’uso di un apparecchio a tre dita.

Il dato saliente rimane comunque che, sia pollice che mignolo, prima di intraprendere qualsiasi altra azione in grado di portarci allo sclickeraggio, abbiano trovato sede adeguata e definitiva allo scopo di non portare interferenze di sorta durante il proseguire dell’azione. Già questo nostro fare, peraltro, porterà ad una rotazione dello sgancio meccanico e, appunto, come dicevamo, ad una ridistribuzione della pressione delle dita sul suo corpo.


Tratto da “Gli sganci meccanici a rotazione” di Tiziano Xotti – Arco 1/2023


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