Da alcuni anni si parla di “trasferimento” come se fosse una fase assolutamente fondamentale da effettuare in un dato momento dell’azione di tiro. Siamo sicuri di aver realmente capito di cosa si tratta e del perché va eseguito? Ma va fatto, oppure no? E quando? Anche stavolta proviamo a fare un po’ di chiarezza. Mi capita spesso di sentir parlare di trasferimento come se fosse una fase presente nell’azione di chi sto aiutando a crescere tecnicamente come arciere ma anche come tecnico e, nella quasi totalità dei casi, capisco che tale movimento o presunto tale non è stato ben compreso e non viene mai o quasi mai messo in atto. In molte occasioni infatti mi viene spiegato così: “Arrivo in ancoraggio, trasferisco… e poi tiro”: il più delle volte questa frase viene pronunciata da chi esegue la trazione senza una tecnica costante.
Dal punto di vista fisico e biomeccanico, non mi trovo assolutamente d’accordo: credo che tale fase debba avvenire per motivi di allineamento e di reclutamento muscolare dovuti alle fasi precedenti la trazione e che non vada ricercata per forza, ma fatta accadere. Detto in parole povere, se non metterai in atto certi allineamenti prima di aprire l’arco, non userai mai i muscoli giusti e non trasferirai proprio nulla!
Nel mio articolo “Rebus trasferimento” pubblicato sul n 5 di Arco, spiego in cosa consiste questa importante fase del tiro e quali accorgimenti tecnici adottare per eseguirla al meglio.